Frammento #5, «Il Primigeno»

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view post Posted on 30/1/2011, 23:22

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SACRED IV
«Il Primigeno»

V


Le tenebre inghiottirono tutto. Una densa oscurità ormai permeava la sala e soffocava la tenue luce che emanavano le radici. Occhi di un verde intenso parevano essere l’unica scintilla in grado di ergersi a baluardo contro l’avanzare della Notte. Il cielo sopra la Città oltre le Nuvole mutò ed il sole scese all’orizzonte inondando ogni cosa d’inchiostro.

Victor del Pavone e Violet di Virgo osservarono lo svolgersi degli eventi dal balcone delle dimore degli atleti ed invitati. Con il volto teso dalla preoccupazione erano probabilmente erano gli unici ad aver capito che qualcosa stava accadendo e che le carte in tavola stavano per essere rivelate.

Nella profondità della Torre di Cristallo le Stagioni si fusero ed abbracciarono la Notte lasciando scivolare il loro colore nel nero. Un chiarore abbagliante si generò dal nulla e la stanza si illuminò a giorno rimarcando il sorriso di Nora Al Faiz. Tentacoli di pece, dove prima vi erano radici, sferzavano l’aria per poi avvolgersi intorno all’uovo. Le prime stelle comparvero accecanti sulla volta celeste e le lamine argentee si spezzarono per colui che doveva essere riportato a nuova vita.

«Il Cosmo, vento di mille battaglie, soffia nella Notte per generare la più brillante delle stelle. Le Stagioni che lo hanno fecondato lo condurranno alla vita. Nel suo massimo splendore egli torna tra noi per compiere ciò che nessun’altro può fare…»

Si inginocchiò mentre ormai l’uovo era in frantumi e da esso si delineava la figura di un essere. Il corpo etereo ricalcava quello di un uomo con ali dorate che brillavano al punto da accecare lo stesso dio Pan. Il Primigeno sorrise e lentamente iniziò a salire le scale che lo avrebbero condotto in cima alla Torre. Mancava l’ultimo tassello, un misero passo paragonato a ciò che già era stato compiuto. La Finale sarebbe stata ironicamente l’inizio di ogni cosa…

In principio era il Caos e la Notte e l'Erebo nero, e il vasto Tartaro; non c'era né terra né aria né cielo. Nel seno infinito dell'Erebo la notte dalle nere ali generò dapprima un uovo infecondo. Da quello col volgere delle stagioni germogliò l'amabile Eros: sul suo dorso fulgevano ali dorate, era simile a un turbine ventoso.

(Aristofane, Uccelli 692-702)



Edited by Luxifer - 2/2/2011, 12:02
 
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